Confesso i miei peccati:non ho amato questo libro alla prima lettura.
Non lo sentivo, in quel momento era per me avvolto dalla nebbia.
Non mi arrivava, mi dava quasi fastidio ed una pagina intorno alla 40, mettendo come di consueto un segnalibro improvvisato, una matita, l’ho riposto nella libreria di casa.
Un coitus interruptus, anzi, una vera e propria cilecca.
Ma il problema erano ovviamente i miei occhi, che guardavano senza vedere e leggevano senza capire.
Ed entra qui in gioco l’elemento che non ti aspetti: la settima arte.
Vedo in una fantastica presentazione al Cinema Lumière di Bologna il film tratto da quel libro: La Lucina di Fabio Badolato e Jonny Costantino.
La sala era gremita e mi sono messo di fianco ad alcuni ragazzi seduto sui gradini, sentendo i commenti di tutti. Alcuni mi ricordavano me stesso alla mia prima lettura, e davano segni di cedimento psicofisico già nell’aspettare la fine della prima scena. Altri invece rimanevano in silenzio con gli occhi lucidi e l’animo svolazzante in qualche dove.
Io al solito ero nel mezzo.
Ero quasi lì in veste di giornalista di me stesso, per intervistare il mio io, per comprendere le ragioni del mio fallimento, per dare una seconda opportunità, non certo al libro, ma a me stesso.
Vedere l’autore fare il protagonista del film ha acceso qualcosa in me, sin dalla prima scena.
Ne ho sentito intensamente il fuoco, la sua ombra, il senso profondo di quanto ha scritto e ha fatto scatenare il fantasma che è in me.
Il finale lo immaginerete già: ho preso il libro da dove lo avevo messo e l’ho riletto, tutto d’un fiato, con le sue suggestioni che esplodevano in me.
Stefano Foglia