Sono a Modena,
invitato insieme alla mia compagna, poi diventata mia moglie, ad una strana e folgorante presentazione di un libro di poesie: E dal nulla, un verso.
Una presentazione in un teatro in cui il poeta alterna i versi decantati a quelli propriamente cantati. Vero istrione della serata, attori declamano i suoi versi, alcuni li suona e altri li canta.
Tra sorrisi e note vi ho raccontato una bella serata, ma fin qui nulla di apparentemente raro.
Una serata piacevole, buona musica, interessanti poesie e bella gente, in una location azzeccata.
Resto a bocca spalancata quando mi presentano l’autore: “il dottore”.
Tranquilli non è Valentino Rossi, non è un epiteto o un nome d’arte.
Ebbene sì, Ludovico Trianni, di professione Pneumologo, primario in una rispettabilissima struttura sugli appennini è proprio lui l’istrione della serata fin qui raccontata.
Suoi i versi intrisi di amarezza, di passione, della tristezza provata anche per quello che fa, che inevitabilmente lo scalfisce e lo ispira.
Vi confesso se non lo avessi poi visto alcuni giorni dopo in camice, in ragione dei miei uffici, non ci avrei mai creduto a quanto raccontatomi, avrei potuto pensare di essere stato burlato per tutta la serata.
Avevo invece conosciuto il Paolo Conte della poesia modenese, una persona straordinaria, come la sua vena artistica e poetica, che mi si apriva pagina dopo pagina, alla lettura delle sue poesie.
Sentivo il suo malessere, il suo essere coraggioso, il suo essere anima creativa rinchiusa in un camice bianco. Il fanciullino che ci parla sempre, la timidezza in chi scrive, e la brama di conoscenza.
Devo anche a quella serata e a Ludovico l’ispirazione e la forza che mi è servita per vincere la timidezza e iniziare a scrivere.
Dal suo nulla si sono sprigionati in me il coraggio e la folgorazione che anima il tutto.
Stefano Foglia