Dopo i primi racconti scritti nell’euforia dell’estate e del suo relax, arriva inesorabile il ritorno al lavoro, alla “normalità” fatta dei suoi carichi di lavoro e di mille impegni.
Le giornate si accorciano e in un istante ti ritrovi al freddo e al buio.
Assorbiti dalla routine, dal nuovo stile di vita pandemico e dalla paura dell’ordinario.
Ma anche dall’oscurità, dalla difficoltà del distacco dalla luce si può trarre l’ispirazione.
In fondo inizio a pensare che l’oscurità sia soltanto un altro modo di vedere la luce che a volte mi sembra anche più chiaro.
Inizio a pensare a chi come me in tutti questi mesi è stato chiuso in casa, magari da solo, e chi invece ha sofferto perché in compagnia di qualcuno.
Penso ai mesi che verranno, a nuove possibili clausure e a chi non ci fa neanche caso.
Per lui in fondo ogni giorno con o senza pandemia può essere più o meno lo stesso.
Mi balena in mente che la vera differenza è come si reagisce alle cose, a come si affronta giorno dopo giorno quello che di buono o cattivo la vita ci offre, da soli o in compagnia.
A volte poi si è compagni di vita per sempre.
Stefano Foglia